sabato 6 ottobre 2018

Art by Erzsebet Korb (Budapest, 1899 - 1925)


Sei la mia strada in un viaggio chiamato amore!

- “Perché, cosa mi faresti?”

- “Mia. Ti farei mia.”

*

Lo sentivo che sarebbe successo, quel crescendo di sensazioni che avevamo
sperimentato durante le tre settimane passate insieme in quel piccolo bungalow isolato, immerso tra il profumo dei pini marittimi lungo la costa ionica.
Si trattava solo di sesso o della ritrovata passione, che ci aveva tenuti uniti?
Non me l'ero neppure chiesto in quei giorni, felice com'ero del riaccendersi del desiderio. Era la riprova di quello che l'amore può fare, la sensualità, la bellezza, la tua fisicità, erano il condimento che aveva scatenato in me l'eros durante i primi anni della relazione, ed ecco che da un anno a questa parte tutto questo era andato scemando. Ormai, negli ultimi tempi, facevamo l'amore si e no, tre volte al mese, con scarsi risultati, ed eri sempre tu a cercarmi.
È stato un duro colpo per tutti e due la perdita della mia libido, era in pericolo la nostra unione, anche se riluttanti a scioglierla per il grande amore che ci univa.
Certo che doveva essere demoralizzante per una donna incantevole e voluttuosa come te vedersi negare a letto una notte dopo l'altra; anche se non lasciavi trasparire la frustrazione, motivo della tua infelicità e, la rabbia, che a me sarebbe apparsa naturale.
Lo stavi pagando a caro prezzo l'affetto che provavi per me, però la tua spinta sessuale ci ha portati a provare questo, chiamiamolo, esperimento; lontani da tutto e da tutti... una nuova luna di miele.
Talvolta sei meno vivace e reattiva di quanto desideri, però mi piace la sua sobrietà, la tua calma, la tua sicurezza. Abbiamo trovato un sistema di convivenza che ci da la forza nell'affetto reciproco; niente più per me la noia mortale di un rapporto di indifferenza che mi aveva creato ferite profonde.
Un matrimonio burrascoso mi aveva portato ad una forte depressione, che immancabilmente è sfociato nella separazione, che mi costrinse nel sottopormi a delle terapie di psicanalisi.
Ero guarito al meglio e, in larga misura grazie alla tua angelica entrata nella mia vita. Forse non sarò più quello di un tempo, ma nemmeno sono da buttare via.
Con te la mia vita era tornata stabile e ordinata, dopo quei momenti burrascosi.
Ce la stavamo cavando egregiamente, senza intoppi, stavamo così bene
assieme che mi sembrò così strano di avere una ricaduta, mi prese un'apatia che non capivo, poi iniziò a calare lo stimolo sessuale. Anche se l'affetto per te non era mutato, anzi ti volevo un bene dell'anima. Più ci pensavo, più cadevo in una deprimente prostrazione, ero disorientato.
Alla fine mi vidi costretto a contattare il mio vecchio psicoanalista per trovare rimedio alla nuova situazione... ma ecco, che come era arrivata la pace dei sensi, si fa viva una passione che non avevo mai avuto prima.
Passione non sarebbe la parola giusta... questa era lo spasmo nel pene eretto.
A letto ero una macchina del piacere, ero un concentrato d'erotismo, proteso nel darmi e darti il massimo del godimento. Nell'acme della passione ti facevo di tutto, ti succhiavo l'orecchio, scendevo sul collo che coprivo di baci e di succhiotti, mordevo la carne del tuo corpo, eccitatissimo ti coprivo di lascive carezze.
Ero salvo! Grazie al tuo amore, alla tua abnegazione, che aveva risvegliato la latente libido pronta a riesplodere.
Dopo aver dormito assieme, con indifferenza, per quasi un anno, dopo aver cominciato a temere il peggio riguardo il nostro futuro, ecco che abbiamo ritrovato la gioia di vivere, con il giusto apporto erotico.
Ti chiedevo se eri felice mentre guardavo la tua carnagione che portava i segni del passaggio dei miei denti. Ti limitavi a sorridermi e a chiudere gli occhi per continuare a godere ancora - ancora un altro po'; con il viso trasognato ti portavo di nuovo a toccare l'estasi.
Siamo fatti l'uno per l'altra e questo ci terrà uniti per sempre.

La sera dopo aver cucinato e cenato con quello che avevamo preso al mercatino, si stava abbracciati come novelli amanti sul giaciglio in canna di bambù posto all'esterno rimirando il cielo illuminato da miriadi di stelle, in una quiete paradisiaca interrotta solo dal lontano sciabordio del mare. Mi sentivo attratto dal tuo viso illuminato da quel chiarore irreale, ti baciavo continuamente il viso, dicendoti quanto ti amavo con frasi ad effetto come non mi succedeva da tempo, nel mio scrutarti ti vedevo bellissima; eri bellissima, statuaria, il tuo corpo era il meglio che un uomo possa desiderare.

Dovendo descriverlo inizierei dai capelli, che fanno da contorno al tuo solare viso; neri, vaporosi, dove immergendo le dita mi procura piacere e, so per certo lo dia anche a te.
Incastonati nel viso degli occhi profondi, dal colore della bruna terra - dopo che il vomere l'ha rivoltata mettendola a nudo - li ci potevo leggere la felicità che questo momento era parte di noi. Succoso il taglio delle labbra carnose che sapevano baciare con sensualità e, voracità quando eravamo uniti nell'estasi amorosa. E che dire delle piccole perfette orecchie, dove la mia lingua, la mia bocca si soffermavano donandoti brividi di piacere. Delizioso il lungo collo sede dei baci più voluttuosi, dove il soffermarmi era non solo piacevole ma anche eroticissimo; a quel contatto la mia bocca si faceva famelica, succhiando, mordevo in quelle nelle notti di amplessi infiniti che ci trovavano all'alba abbracciati.
Le spalle, quante volte le ho baciate, accarezzate, mentre ero su di te, dentro di te; mi donavi il tuo morbido corpo con tutta te stessa, ansimante all'apice del piacere ti tenevo stretta e, mentre i corpi erano scossi da sussulti, la mia bocca si apriva su quella carne tra collo e spalla urlando il tuo nome.
Il meraviglioso petto, il creatore non poteva fare di meglio, il tuoi seni vanno descritti minuziosamente: l'attaccatura alta conferisce alla struttura la giusta ampiezza; due globi dalla forma perfetta, con l'apice sormontata da una cuspide circondata da una leggera increspatura bruna, dove le mie labbra si aprono nel darti leggeri succhiotti e, dove le mie dita come piume la sfiorano.
Oh! il tuo ventre, meraviglia tra le meraviglie, con al centro il grazioso ombelico, carnoso cappelletto da assaporare; dove il mio viso tante volte si è adagiato cospargendolo di baci, mentre tu mi accarezzavi i capelli dopo aver fatto l'amore. La solida schiena segnata da striature rossastre, residuo di turbolenti amplessi, termina con le fossette di Venere, dove i miei baci e le mie carezze ti fanno sentire una dea. Poco sotto solidi promontori carnosi, piacevoli al tatto e alla vista sono le tue natiche, non per niente questa parte anatomica femminile scrittori e poeti le hanno descritte come un miracolo della natura, la mia bocca, le mie mani, ne hanno tratto il giusto godimento.
Tra le splendide cosce mie deliziose prigioni, il monte di Venere, fonte di ogni piacere, si stagliano le labbra dall'interno roseo, dove le tue dita ti fecero provare i primi piaceri giovanili, ora sono io che te le titillo, con dita e lingua, portandoti ad orgasmi spasmodici, prima di sprofondare in te con il mio cazzuto membro.
In questi giorni, sarà il clima, sarà il mare, facciamo l'amore tutte le notti, sono amplessi travolgenti, dove nulla è lasciato al caso, sia io che tu diamo il meglio di noi per soddisfarci, lasciandoci stremati, con le carni tremanti.

L'altra notte sei stata fantastica; la doccia ti aveva lasciato addosso il profumo del tuo bagnoschiuma preferito; un mix di aromi esotici conturbanti che ben conoscevo. Uscita dal bagno camminando sulle punte dei piedi, con civettuolo movimento lentamente ti sfilavi la vestaglia, guardandomi fisso, con le labbra semichiuse da dove spuntava la punta della lingua che le umettava; - certo che quando vuoi fare di te la femmina che si propone sei stupenda. -
Il body rosso con trame in nero ti fascia perfettamente il prosperoso, provocante corpo, il corpetto conteneva a fatica il florido seno, le gambe velate da autoreggenti nere, che nascondevano ma non celavano - quanta bellezza in questa creatura - mentre rimiravo l'incedere verso il letto, dove mi ero comodamente adagiato su due guanciali sfogliando una delle tue riviste di gossips, in trepidante attesa. Bastava solo quella visione per provocare in me l'eccitazione che gonfia il membro, fino a poco prima adagiato in assoluto riposo.
Ti vedo già vogliosa, ti appoggi puntando un ginocchio sul bordo del letto e, ti sporgi verso di me, ti fai annusare appoggiando l'incavo dei seni sul mio viso.
Deliziosi oggetti del mio desiderio, cerco di abbracciarti, ma tu con un movimento repentino mi sfuggi, non prima di avermi dato un fugace bacio sulla bocca. Adesso il pene è ritto e si muove sotto la spinta del sangue che pompa nelle cavità; ritta ai piedi del letto, mi mandi sguardi luciferini mentre fai scendere le spalline del body, lentamente fino a scoprire le brune aureole, per poi ricacciarle nelle coppe facendo risalire le spalline. Non mi trattengo più, impugno il cazzo e inizio a muoverlo su e giù, scoprendo il glande paonazzo: “Dimmi che lo vuoi amore... dimmelo, così mi mandi fuori di testa.” Per tutta risposta ti giri e piegandoti mi mostri il sedere e, scodinzolando con le dita sposti l'esiguo tessuto che lo contiene spingendolo tra le chiappe - “questo è troppo diavoletta” - Ritorni sui tuoi passi avvicinandoti a bordo letto; allungando le braccia riesco a sfiorarti, mi prendi le mani tra le tue intrecciando le dita e ti chini sul cazzo dalla cappella lucida, lo circondi con le labbra iniziando a spompinarlo, mi sento un tuo oggetto e, questo mi eccita tantissimo, anche per la vista delle tette che ballonzolando sono sul punto di uscire dal corpetto. Alcuni violenti affondi sull'asta mi portano quasi al limite, ti ritrai trionfante, lasciandomi senza fiato. Ritta con le mani sui fianchi mi sorridi... - quando si descrive la bellezza non si ha idea di cosa sia in verità, ecco adesso lo so - appoggi il piede sinistro sul bordo letto e inizi a srotolare la calza, lentamente, fermandoti ogni tanto guardando la mia reazione - sei favolosa quando tiri fuori da te il meglio dell'erotismo - rimango incollato con lo sguardo sui tuoi movimenti - scesa sulle caviglie la prendi tra le dita e la lanci su di me e, con uno sguardo che prelude ad altro ancora, inizi a far scivolare con maestria l'altra calza, che va ad aggiungersi alla prima sul mio petto. Alzi le braccia al cielo ruotando su te stessa mettendoti in mostra - bella quanto sei bella - prendi fra le dita le spalline del body come avevi fatto in precedenza e le fai calare; esplodono rilasciati dalle coppe i voluminosi seni dai grossi bruni capezzoli ritti, spingi verso il basso il rosso tessuto facendo movimenti ondulatori, scoprendo poco a poco il resto del corpo; ecco adesso è ammucchiato ai tuoi piedi, nessun velo più lo cela al mio sguardo; adesso a fare da contrasto c'è solo il candore in due esigue parti, le parti coperte dal costume da bagno in due pezzi, che sembrano mettere in evidenzia le più importanti zone erogene.
Dalla sacca in uso quando scendiamo in spiaggia togli il foulard con il quale tieni raccolti i capelli e, raccomandandomi di stare fermo, mi bendi gli occhi - cosa le sta frullando per la testa stasera, mi chiedo - non opponendo alcuna resistenza ti lascio fare, con le calze mi leghi i polsi tra di loro bloccandoli alla testiera del letto. Sentirmi addosso il tuo corpo nudo che mi sfiora e, non vedere quello che stai progettando è veramente erotico mi fai andare a mille. Ti sento trafficare tra le tue varie creme... un ronzio mi allarma - che starà mai combinando? - sento di nuovo il tuo corpo vicino al mio, la bocca si appoggia sulla mia dandomi un bacio appassionato.
Sono steso in attesa di qualcosa che non intuisco, adesso le tue labbra percorrono tutto il mio corpo, baci leggeri, baci umidi, piccoli morsi, ti posizioni tra le mie gambe bruscamente aperte e inizi a leccarmi lo scroto salendo lungo il pene, che aveva perso parte della suo turgore, al tocco delle sue labbra si ringalluzzisce svettando impaziente. Ecco di nuovo il ronzio che adesso intuisco sia il tuo dildo, - non vorrà usarlo su di me quell'aggeggio? - sì che vuole, inizia appoggiandolo sul mio cazzo, in particolar modo sul frenulo, sul glande e tutto attorno, ogni tanto ferma quell'aggeggio circondando con la bocca il cazzo spingendoselo in fondo alla gola; mi stava dando un piacere nuovo, molto eccitante.
Ti sento salire su di me a gambe aperte, ti soffermi sul mio ventre strusciando sul membro, gli fa sentire la fica umida, per poi risalire fin sul mio viso: - "fammi sentire la tua bocca, la tua lingua; la mia fica ti appartiene, fanne quello che vuoi" - ero esterrefatto, questo tuo esuberante lato erotico era il meglio che potevo desiderare.
Ti muovi cercando il massimo piacere dalla mia affamata bocca, infilo ritmicamente la lingua nella fica che rilascia umidi umori; i tuoi convulsi movimenti mi fanno capire quanto sia il piacere che stai provando.
È il tuo stupendo corpo su di me, che posso solo immaginare mentre scivoli verso il basso lasciandomi affannosamente respirare, ti stendi completamente sul mio corpo, i tuoi seni appoggiati sul mio petto, con i turgidi capezzoli che sfreghi sui miei, mentre la tua bocca si concede alla mia con le lingue che lottano per il predominio, in questo scambio di salive.
Scende la tua mano facendosi padrona del cazzo e inizi a farlo muovere sulla fica, con l'altra mano accendi il dildo e inizi a passarmelo sul petto, sui capezzoli, sento che introduci il pene nell'accogliente fica mentre ti ergi, non prima di avermi messo a disposizione della bocca i seni che lecco e succhio avidamente, mi manca non poterli toccare.
Quanto godo mentre ti muovi su di me, prigioniero ma deliziato dalle tue mani e dall'oggetto ronzante che passi sul petto; - “slegami amore mio, voglio toccarti anch'io” - rallenti i movimenti mentre le mani armeggiano liberandomi; che sollievo, adesso posso provare il piacere della tua carne sotto le mie mani.
Scorrono sui tuoi fianchi, sui tuoi glutei, salendo sulla schiena, sulle spalle, scendendo sui seni, che faccio miei con carezze stuzzicando i capezzoli.
Ti pieghi di nuovo offrendomi la bocca e mentre mi baci sciogli il foulard che mi copriva la visuale del corpo che tanto amo.
Guardo il tuo viso, sei deliziosa cosi sfatta dal piacere; il gioco adesso lo conduco io, ti giro di schiena, cominciando a baciarti e leccarti dal basso verso l'alto, soffermandomi sul collo e sulle orecchie, per poi scendere tra le chiappe aprendole con colpi di lingua, allungo la mano prendendo un cuscino e te lo infilo sotto il ventre; impugno il cazzo e comincio a passarlo tra le cosce, lo inumidisco passandolo sulla fica, con la saliva preparo la via per l'entrata posteriore, leggere spinte per aprirmi la strada nella stretta rosellina; un tuo gemito e sono dentro, prima lentamente per poi lasciarmi andare in affondi che ti squassano; prendo il dildo e te lo passo sulla fica, sul clitoride, mandandoti in estasi, il tuo corpo è preso da scossoni che preludono l'orgasmo finale che precedono di poco il mio, vengo travolto dal piacere mentre lo sperma inonda le tue viscere.
Stesi di schiena respirando affannosamente ci teniamo per mano, guardando il cielo stellato testimone del nostro amore. Sei tanto adorabile quando con l'aria da ragazzina, le guance arrossate nel groviglio delle lenzuola ti accucci tra le mie braccia.
Tremo al pensiero di perderti.

*

Donami anche solo una piccola parte di ciò che sei.
Ti ascolterò in un silenzio.

*
- Roberto Norberti -

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