Art by Erzsebet Korb (Budapest, 1899 - 1925)
Sei la mia strada in un viaggio chiamato amore!
- “Mia. Ti farei mia.”
*
Lo
sentivo che sarebbe successo, quel crescendo di sensazioni che
avevamo
sperimentato
durante le tre settimane passate insieme in quel piccolo bungalow
isolato, immerso tra il profumo dei pini marittimi lungo la costa
ionica.
Si
trattava solo di sesso o della ritrovata passione, che ci aveva
tenuti uniti?
Non
me l'ero neppure chiesto in quei giorni, felice com'ero del
riaccendersi del desiderio. Era la riprova di quello che l'amore può
fare, la sensualità, la bellezza, la tua fisicità, erano il
condimento che aveva scatenato in me l'eros durante i primi anni
della relazione, ed ecco che da un anno a questa parte tutto questo
era andato scemando. Ormai, negli ultimi tempi, facevamo l'amore si e
no, tre volte al mese, con scarsi risultati, ed eri sempre tu a
cercarmi.
È
stato un duro colpo per tutti e due la perdita della mia libido, era
in pericolo la nostra unione, anche se riluttanti a scioglierla per
il grande amore che ci univa.
Certo
che doveva essere demoralizzante per una donna incantevole e
voluttuosa come te vedersi negare a letto una notte dopo l'altra;
anche se non lasciavi trasparire la frustrazione, motivo della tua
infelicità e, la rabbia, che a me sarebbe apparsa naturale.
Lo
stavi pagando a caro prezzo l'affetto che provavi per me, però la
tua spinta sessuale ci ha portati a provare questo, chiamiamolo,
esperimento; lontani da tutto e da tutti... una nuova luna di miele.
Talvolta
sei meno vivace e reattiva di quanto desideri, però mi piace la sua
sobrietà, la tua calma, la tua sicurezza. Abbiamo trovato un sistema
di convivenza che ci da la forza nell'affetto reciproco; niente più
per me la noia mortale di un rapporto di indifferenza che mi aveva
creato ferite profonde.
Un
matrimonio burrascoso mi aveva portato ad una forte depressione, che
immancabilmente è sfociato nella separazione, che mi costrinse nel
sottopormi a delle terapie di psicanalisi.
Ero
guarito al meglio e, in larga misura grazie alla tua angelica entrata
nella mia vita. Forse non sarò più quello di un tempo, ma nemmeno
sono da buttare via.
Con
te la mia vita era tornata stabile e ordinata, dopo quei momenti
burrascosi.
Ce
la stavamo cavando egregiamente, senza intoppi, stavamo così bene
assieme
che mi sembrò così strano di avere una ricaduta, mi prese un'apatia
che non capivo, poi iniziò a calare lo stimolo sessuale. Anche se
l'affetto per te non era mutato, anzi ti volevo un bene dell'anima.
Più ci pensavo, più cadevo in una deprimente prostrazione, ero
disorientato.
Alla
fine mi vidi costretto a contattare il mio vecchio psicoanalista per
trovare rimedio alla nuova situazione... ma ecco, che come era
arrivata la pace dei sensi, si fa viva una passione che non avevo mai
avuto prima.
Passione
non sarebbe la parola giusta... questa era lo spasmo nel pene eretto.
A
letto ero una macchina del piacere, ero un concentrato d'erotismo,
proteso nel darmi e darti il massimo del godimento. Nell'acme della
passione ti facevo di tutto, ti succhiavo l'orecchio, scendevo sul collo che coprivo di
baci e di succhiotti, mordevo la carne del tuo corpo, eccitatissimo ti coprivo di lascive carezze.
Ero
salvo! Grazie al tuo amore, alla tua abnegazione, che aveva
risvegliato la latente libido pronta a riesplodere.
Dopo
aver dormito assieme, con indifferenza, per quasi un anno, dopo aver
cominciato a temere il peggio riguardo il nostro futuro, ecco che
abbiamo ritrovato la gioia di vivere, con il giusto apporto
erotico.
Ti
chiedevo se eri felice mentre guardavo la tua carnagione che portava
i segni del passaggio dei miei denti. Ti limitavi a sorridermi e
a chiudere gli occhi per continuare a godere ancora - ancora un altro
po'; con il viso trasognato ti
portavo di nuovo a toccare l'estasi.
Siamo
fatti l'uno per l'altra e questo ci terrà uniti per sempre.
La
sera dopo aver cucinato e cenato con quello che avevamo preso al
mercatino, si stava abbracciati come novelli amanti sul giaciglio in
canna di bambù posto all'esterno rimirando il cielo illuminato da
miriadi di stelle, in una quiete paradisiaca interrotta solo dal
lontano sciabordio del mare. Mi sentivo attratto dal tuo viso
illuminato da quel chiarore irreale, ti baciavo continuamente il
viso, dicendoti quanto ti amavo con frasi ad effetto come non mi
succedeva da tempo, nel mio scrutarti ti vedevo bellissima; eri
bellissima, statuaria, il tuo corpo era il meglio che un uomo possa
desiderare.
Dovendo
descriverlo inizierei dai capelli, che fanno da contorno al tuo
solare viso; neri, vaporosi, dove immergendo le dita mi procura
piacere e, so per certo lo dia anche a te.
Incastonati
nel viso degli occhi profondi, dal colore della bruna terra - dopo
che il vomere l'ha rivoltata mettendola a nudo - li ci potevo leggere
la felicità che questo momento era parte di noi. Succoso il taglio
delle labbra carnose che sapevano baciare con sensualità e, voracità
quando eravamo uniti nell'estasi amorosa. E che dire delle piccole
perfette orecchie, dove la mia lingua, la mia bocca si soffermavano
donandoti brividi di piacere. Delizioso il lungo collo sede dei baci
più voluttuosi, dove il soffermarmi era non solo piacevole ma anche
eroticissimo; a quel contatto la mia bocca si faceva famelica,
succhiando, mordevo in quelle nelle notti di amplessi infiniti che ci
trovavano all'alba abbracciati.
Le spalle, quante volte le ho
baciate, accarezzate, mentre ero su di te, dentro di te; mi donavi il
tuo morbido corpo con tutta te stessa, ansimante all'apice del
piacere ti tenevo stretta e, mentre i corpi erano scossi da sussulti,
la mia bocca si apriva su quella carne tra collo e spalla urlando il
tuo nome.
Il
meraviglioso petto, il creatore non poteva fare di meglio, il tuoi
seni vanno descritti minuziosamente: l'attaccatura alta conferisce
alla struttura la giusta ampiezza; due globi dalla forma perfetta,
con l'apice sormontata da una cuspide circondata da una leggera
increspatura bruna, dove le mie labbra si aprono nel darti leggeri
succhiotti e, dove le mie dita come piume la sfiorano.
Oh!
il tuo ventre, meraviglia tra le meraviglie, con al centro il
grazioso ombelico, carnoso cappelletto da assaporare; dove il mio
viso tante volte si è adagiato cospargendolo di baci, mentre tu mi
accarezzavi i capelli dopo aver fatto l'amore. La solida schiena
segnata da striature rossastre, residuo di turbolenti amplessi,
termina con le fossette di Venere, dove i miei baci e le mie carezze
ti fanno sentire una dea. Poco sotto solidi promontori carnosi,
piacevoli al tatto e alla vista sono le tue natiche, non per niente
questa parte anatomica femminile scrittori e poeti le hanno descritte
come un miracolo della natura, la mia bocca, le mie mani, ne hanno
tratto il giusto godimento.
Tra
le splendide cosce mie deliziose prigioni, il monte di Venere, fonte
di ogni piacere, si stagliano le labbra dall'interno roseo, dove le
tue dita ti fecero provare i primi piaceri giovanili, ora sono io che
te le titillo, con dita e lingua, portandoti ad orgasmi spasmodici,
prima di sprofondare in te con il mio cazzuto membro.
In
questi giorni, sarà il clima, sarà il mare, facciamo l'amore tutte
le notti, sono amplessi travolgenti, dove nulla è lasciato al caso,
sia io che tu diamo il meglio di noi per soddisfarci, lasciandoci
stremati, con le carni tremanti.
L'altra
notte sei stata fantastica; la doccia ti aveva lasciato addosso il
profumo del tuo bagnoschiuma preferito; un mix di aromi esotici
conturbanti che ben conoscevo. Uscita dal bagno camminando sulle
punte dei piedi, con civettuolo movimento lentamente ti sfilavi la
vestaglia, guardandomi fisso, con le labbra semichiuse da dove
spuntava la punta della lingua che le umettava; - certo che quando
vuoi fare di te la femmina che si propone sei stupenda. -
Il
body rosso con trame in nero ti fascia perfettamente il prosperoso,
provocante corpo, il corpetto conteneva a fatica il florido seno, le
gambe velate da autoreggenti nere, che nascondevano ma non celavano -
quanta bellezza in questa creatura - mentre rimiravo l'incedere verso
il letto, dove mi ero comodamente adagiato su due guanciali sfogliando
una delle tue riviste di gossips, in trepidante attesa. Bastava solo
quella visione per provocare in me l'eccitazione che gonfia il
membro, fino a poco prima adagiato in assoluto riposo.
Ti
vedo già vogliosa, ti appoggi puntando un ginocchio sul bordo del
letto e, ti sporgi verso di me, ti fai annusare appoggiando l'incavo
dei seni sul mio viso.
Deliziosi
oggetti del mio desiderio, cerco di abbracciarti, ma tu con un
movimento repentino mi sfuggi, non prima di avermi dato un fugace
bacio sulla bocca. Adesso il pene è ritto e si muove sotto la
spinta del sangue che pompa nelle cavità; ritta ai piedi del letto,
mi mandi sguardi luciferini mentre fai scendere le spalline del body,
lentamente fino a scoprire le brune aureole, per poi ricacciarle
nelle coppe facendo risalire le spalline. Non mi trattengo più,
impugno il cazzo e inizio a muoverlo su e giù, scoprendo il glande
paonazzo: “Dimmi che lo vuoi amore... dimmelo, così mi mandi fuori
di testa.” Per tutta risposta ti giri e piegandoti mi mostri il
sedere e, scodinzolando con le dita sposti l'esiguo tessuto che lo
contiene spingendolo tra le chiappe - “questo è troppo diavoletta”
- Ritorni sui tuoi passi avvicinandoti a bordo letto; allungando le
braccia riesco a sfiorarti, mi prendi le mani tra le tue intrecciando
le dita e ti chini sul cazzo dalla cappella lucida, lo circondi con
le labbra iniziando a spompinarlo, mi sento un tuo oggetto e, questo
mi eccita tantissimo, anche per la vista delle tette che
ballonzolando sono sul punto di uscire dal corpetto. Alcuni violenti
affondi sull'asta mi portano quasi al limite, ti ritrai trionfante,
lasciandomi senza fiato. Ritta con le mani sui fianchi mi sorridi...
- quando si descrive la bellezza non si ha idea di cosa sia in
verità, ecco adesso lo so - appoggi il piede sinistro sul bordo
letto e inizi a srotolare la calza, lentamente, fermandoti ogni tanto
guardando la mia reazione - sei favolosa quando tiri fuori da te il
meglio dell'erotismo - rimango incollato con lo sguardo sui tuoi
movimenti - scesa sulle caviglie la prendi tra le dita e la lanci su
di me e, con uno sguardo che prelude ad altro ancora, inizi a far
scivolare con maestria l'altra calza, che va ad aggiungersi alla
prima sul mio petto. Alzi le braccia al cielo ruotando su te stessa
mettendoti in mostra - bella quanto sei bella - prendi fra le dita le
spalline del body come avevi fatto in precedenza e le fai calare;
esplodono rilasciati dalle coppe i voluminosi seni dai grossi bruni
capezzoli ritti, spingi verso il basso il rosso tessuto facendo
movimenti ondulatori, scoprendo poco a poco il resto del corpo; ecco
adesso è ammucchiato ai tuoi piedi, nessun velo più lo cela al mio
sguardo; adesso a fare da contrasto c'è solo il candore in due
esigue parti, le parti coperte dal costume da bagno in due pezzi, che
sembrano mettere in evidenzia le più importanti zone erogene.
Dalla
sacca in uso quando scendiamo in spiaggia togli il foulard con il
quale tieni raccolti i capelli e, raccomandandomi di stare fermo, mi
bendi gli occhi - cosa le sta frullando per la testa stasera, mi
chiedo - non opponendo alcuna resistenza ti lascio fare, con le calze
mi leghi i polsi tra di loro bloccandoli alla testiera del letto. Sentirmi addosso il tuo corpo nudo che mi sfiora e,
non vedere quello che stai progettando è veramente erotico mi fai
andare a mille. Ti sento trafficare tra le tue varie creme... un
ronzio mi allarma - che starà mai combinando? - sento di nuovo il
tuo corpo vicino al mio, la bocca si appoggia sulla mia dandomi un
bacio appassionato.
Sono
steso in attesa di qualcosa che non intuisco, adesso le tue labbra
percorrono tutto il mio corpo, baci leggeri, baci umidi, piccoli
morsi, ti posizioni tra le mie gambe bruscamente aperte e inizi a
leccarmi lo scroto salendo lungo il pene, che aveva perso parte della
suo turgore, al tocco delle sue labbra si ringalluzzisce svettando
impaziente. Ecco di nuovo il ronzio che adesso intuisco sia il tuo
dildo, - non vorrà usarlo su di me quell'aggeggio? - sì che vuole,
inizia appoggiandolo sul mio cazzo, in particolar modo sul frenulo,
sul glande e tutto attorno, ogni tanto ferma quell'aggeggio
circondando con la bocca il cazzo spingendoselo in fondo alla gola;
mi stava dando un piacere nuovo, molto eccitante.
Ti
sento salire su di me a gambe aperte, ti soffermi sul mio ventre
strusciando sul membro, gli fa sentire la fica umida, per poi
risalire fin sul mio viso: - "fammi sentire la tua bocca, la tua
lingua; la mia fica ti appartiene, fanne quello che vuoi" - ero
esterrefatto, questo tuo esuberante lato erotico era il meglio che
potevo desiderare.
Ti
muovi cercando il massimo piacere dalla mia affamata bocca, infilo
ritmicamente la lingua nella fica che rilascia umidi umori; i tuoi
convulsi movimenti mi fanno capire quanto sia il piacere che stai
provando.
È
il tuo stupendo corpo su di me, che posso solo immaginare mentre
scivoli verso il basso lasciandomi affannosamente respirare, ti
stendi completamente sul mio corpo, i tuoi seni appoggiati sul mio
petto, con i turgidi capezzoli che sfreghi sui miei, mentre la tua
bocca si concede alla mia con le lingue che lottano per il
predominio, in questo scambio di salive.
Scende
la tua mano facendosi padrona del cazzo e inizi a farlo muovere sulla
fica, con l'altra mano accendi il dildo e inizi a passarmelo sul
petto, sui capezzoli, sento che introduci il pene nell'accogliente
fica mentre ti ergi, non prima di avermi messo a disposizione della
bocca i seni che lecco e succhio avidamente, mi manca non poterli
toccare.
Quanto
godo mentre ti muovi su di me, prigioniero ma deliziato dalle tue
mani e dall'oggetto ronzante che passi sul petto; - “slegami amore
mio, voglio toccarti anch'io” - rallenti i movimenti mentre le mani
armeggiano liberandomi; che sollievo, adesso posso provare il piacere
della tua carne sotto le mie mani.
Scorrono
sui tuoi fianchi, sui tuoi glutei, salendo sulla schiena, sulle
spalle, scendendo sui seni, che faccio miei con carezze stuzzicando i
capezzoli.
Ti
pieghi di nuovo offrendomi la bocca e mentre mi baci sciogli il
foulard che mi copriva la visuale del corpo che tanto amo.
Guardo
il tuo viso, sei deliziosa cosi sfatta dal piacere; il gioco adesso
lo conduco io, ti giro di schiena, cominciando a baciarti e leccarti
dal basso verso l'alto, soffermandomi sul collo e sulle orecchie, per
poi scendere tra le chiappe aprendole con colpi di lingua, allungo la
mano prendendo un cuscino e te lo infilo sotto il ventre; impugno il
cazzo e comincio a passarlo tra le cosce, lo inumidisco passandolo
sulla fica, con la saliva preparo la via per l'entrata posteriore,
leggere spinte per aprirmi la strada nella stretta rosellina; un tuo
gemito e sono dentro, prima lentamente per poi lasciarmi andare in
affondi che ti squassano; prendo il dildo e te lo passo sulla fica,
sul clitoride, mandandoti in estasi, il tuo corpo è preso da
scossoni che preludono l'orgasmo finale che precedono di poco il mio,
vengo travolto dal piacere mentre lo sperma inonda le tue viscere.
Stesi
di schiena respirando affannosamente ci teniamo per mano, guardando
il cielo stellato testimone del nostro amore. Sei tanto adorabile
quando con l'aria da ragazzina, le guance arrossate nel groviglio
delle lenzuola ti accucci tra le mie braccia.
Tremo
al pensiero di perderti.
*
Donami
anche solo una piccola parte di ciò che sei.
Ti
ascolterò in un silenzio.
*
- Roberto Norberti -
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